Domenica terrò il seminario Leadershiptango a Milano.
In precedenza avvo proposto questo stesso tema a padova, Belluno e ancora Milano. Si tratta di un seminario un po' diverso dagli altri in quanto prevede di lavorare su disagi specifici relativi al mondo del lavoro. Compito dei partecipanti sarà quello di provare a spiegare una scena lavorativa nella quale non si sentono a loro agio. Io li aiuterò a declinare questo disagio nel nostro modello e a trovare strumenti per favorire un migliore esito. MH
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Ho deciso di iniziare il mio blog con questa domanda perché credo sia alla base di ogni disciplina di crescita personale l'idea di favorire il benessere. In primo luogo, il tangoolistico rappresenta una occasione di allargamento esperienzale. Una occasione per esprimersi sempre più, attraverso il contatto con l'altro, in modo disciplinato ma con un'ampia gamma di modalità essenzialmente corporee. Ci definiamo grazie all'altro. Tutto inizia quando nasciamo ed entriamo in contatto con la mamma che ci consente di percepirci come essere umani. Questa ovvietà viene spesso persa durante la vita o banalizzata come un bisogno nevrotico dell'altro. È invece alla base di ogni propriocezione per poi misurare le nostre differenze con gli altri. In questa disciplina ogni esercizio nasce da un contatto a cui si riferisce sempre un significato, una misura. Quando cambiamo ruolo, come ben sanno i partecipanti ai miei seminari ma anche gli allievi del Master, avviene in noi uno spostamento dell'attenzione verso noi stessi: dall'azione alla ricezione e viceversa. Con l'obiettivo sempre identico di scoprirci più attivi, più determinati, e, due minuti dopo, più morbidi, accessibili, fiduciosi. Questa continuativa esperienza di vita disciplinata ci dà l'occasione di misurarci con noi stessi e di ampliare, ogni volta, il grado qualitativo della espressione di noi. Massimo habib |
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Novembre 2021
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